OGM... a Magic Story
LE AVVENTURE DI UN PICCOLO ROBOT-ALIENO
OGM… a Magic Story
RACCONTA LE AVVENTURE DI OGM IL PICCOLO ROBOT-ALIENO E DEL SUO FEDELE AMICO CHERUBINO IL BASSOTTINO.
SEGUILI NEL LORO VIAGGIO INTORNO AD OGM PLANeT, FRA CREATURE BIZZARRE E TERRE FANTASTICHE!!!
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1° ep. / Un tuffo a Cosmogonic Lake
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Un tuffo a Cosmogonic Lake… lago della metamorfosi
Molto tempo fa, una notte serena sopra i cieli di Cosmogonic Lake, nel regno incantato e stravagante di un magico pianeta, un’esplosione oscurò le sue tre lune nel cielo, e qualcosa di inaspettato venne catapultato dallo spazio esterno.
Era OGM, che si trovò a precipitare giù, in quella che sembrava una caduta senza fine. Giù giù giù…
E poi… splash!!! Si trovò fino al mento immerso nell’acqua. Il suo primo pensiero fu che in qualche modo doveva essere precipitatə in mare. Ma quando OGM aprì gli occhi finì con lo scoprire che non era in mare, ma nelle acque di un piccolo lago.
La sua vista si spostò su di un cartello misterioso che riportava la scritta “Distretto di Cosmogonic Lake o Lago della Metamorfosi“, e rimase a bocca aperta di fronte a quello spettacolo mozzafiato. Davanti ai suoi occhi si apriva un luogo di scenari surreali e creature straordinarie, un luogo di meraviglie.
OGM sentì qualcosa sguazzare lì vicino e si girò per scoprire di che si trattava: a prima vista sembrava un animale che nuotava verso quella direzione come fosse uno squalo o un pescecane; ma poi s’accorse che si trattava di una maestosa carpa.
Koi la Carpa in Fiore osservò ben bene OGM con i suoi occhietti e, con un sorriso gentile, si avvicinò nell’acqua avvolgendo il corpo di OGM con i suoi grandi e sottili petali di loto. Con forza e con una grazia che sembrava magica, Koi la Carpa in Fiore trascinò OGM attraverso le acque del lago. Giunti a riva OGM capì che era tempo di uscire, poiché il lago cominciava a popolarsi di altri strani esseri che vi nuotavano dentro. «La ringrazio, tenerissima Koi in Fiore… grazie per avermi trattə in salvo!» disse OGM carezzevolmente non appena toccò terra. Koi la Carpa in Fiore si voltò e con eleganza si immerse nuovamente nelle acque cristalline.
Subito dopo aver ringraziato Koi la Carpa in Fiore, appena uscì dalle acque di Cosmogonic Lake, OGM si accorse di emanare una luce verde fluorescente, come se il suo corpo fosse diventato una lanterna magica. Doveva essere l’effetto magico delle acque di Cosmogonic Lake, che, oltre a quel particolare bagliore, conferivano ad OGM anche la capacità di capire la lingua degli abitanti del luogo.
Era proprio una bizzarra compagnia quella che si trovava a terra, notò OGM guardandosi attorno: un gallo con i tacchi che si pavoneggiava, uno struzzo che portava in testa un cappellino a forma di stella e ballava in modo buffo, un pony con una cresta da punk che faceva surf, ed altri personaggi fuori dall’ordinario. «La prima cosa che dovrò fare – pensò OGM vagando lungo la riva del lago – è trovare la via per andare a quell’appuntamento di mezzanotte. Credo che non ci sia altro di meglio da fare». Perché, vedete, l’unica cosa di cui OGM era certə, era che doveva affrettarsi per il suo appuntamento di mezzanotte. Il suo progetto era eccellente, senza dubbio, ma la difficoltà stava nel fatto che non sapeva da dove iniziare per metterlo in atto.
Mentre aguzzava gli occhi, scorse una simpatica creatura. Era un porcellino che portava dei tacchi, intento a rimirarsi nel riflesso dell’acqua. «Chiedo scusa, Miss Vanity Fart il Porcellino» disse OGM, pensando si chiamasse così dopo aver letto “Miss VANITY FART of the Year” inciso sulla targhetta gioiello che il porcellino portava in fronte. Ma il porcellino non rispose, e OGM continuò «Lei sa per caso dove devo andare?», ma ancora nessuna risposta. OGM scrollò il capo con un moto di impazienza e affrettò oltre il passo.
Poi udì una voce provenire dalle rive del lago. «Ebbene…» disse la voce rivolta a OGM. Attese un poco senza udire più nulla, quando finalmente sentì un cigolio come di stivali e la voce parlò di nuovo. «Dove stai andando?» chiese. OGM guardò meglio tra le piante della riva e vi trovò Mr Croquet dei Fenicotteri Fenice, un lungo fenicottero in equilibrio su una zampa, che indossava degli stivali di gomma riciclata. «Veramente, non so… Tutto quello che ricordo è che devo andare ad un appuntamento» rispose OGM. «Davvero?? …povera anima! Forse allora David il Corvo Alchimista, custode del ciliegio secolare, può aiutarti… » e parlando continuava a guardare le lanterne nel cielo. «Io me ne starò qui» aggiunse. «Ma allora, mi scusi Mr Croquet dei Fenicotteri Fenice, custode del fuoco di Cosmogonic Lake, perdoni la domanda… cosa devo fare per trovare David il Corvo Alchimista?» domandò OGM. «Quel che ti pare e piace, ma vai da quella parte!» osservò Mr Croquet dei Fenicotteri Fenice, facendo un cenno con il becco verso la foresta. «È tempo di andare» aggiunse, «l’aria notturna mi fa male alla gola!» e con un pop sparì avvolto dalle fiamme.
«Questo luogo è proprio assurdo» mormorò OGM, riprendendo il cammino.
Discorrendo tra sé e sé, mentre camminava tra gli alberi della foresta, un abbaio acuto fece voltare OGM in tutta fretta.
Un piccolo bassotto alato seguiva OGM con i suoi occhi tondi tondi, e allungando una zampa cercava di toccarlə. «Poverino!» disse OGM in tono carezzevole « …ma come hai fatto a finire legato ad un albero?». Così OGM si adoperò per liberare il povero cucciolo, che tremava come una foglia.
Il bassotto, non appena fu libero dalla corda, cominciò ad emettere la stessa luce verde fluorescente di OGM, poi diede un battito d’ali e fece un balzo in aria come una palla accompagnandolo con un’espressione di gioia, e si avventò su OGM abbaiando e leccando la sua faccia, finché non si acquattò ansante con la lingua a penzoloni, e i grandi occhi aperti colmi di gratitudine. Era nata un’eterna amicizia!!!
«Cherubino il Bassottino! Il tuo nome sarà proprio questo» disse OGM appoggiandosi ad un rametto. «Oh… vorrei tanto insegnarti dei giochi se… se non fossi in ritardo per il mio appuntamento! Oh poverə me! Stavo quasi per scordare che devo trovare David il Corvo Alchimista!».
«Chi??? David il Corvo Alchimista dal becco a punta? David il Corvo Alchimista con il cilindro? David il Corvo Alchimista magnifico mago che vive sul ciliegio secolare?» domandò curiosamente Cherubino. «Esatto! Proprio così. Vediamo… come fare? Forse tu puoi accompagnarmi?» rispose OGM tutto d’un fiato. Si guardarono intorno fra gli alberi e i fili d’erba, ma non potè veder nulla che sembrasse un ciliegio. Improvvisamente Cherubino si addentrò nel folto bosco e si mise a correre veloce veloce. Così OGM si affrettò a seguirlo tanto da perdere il fiato, finché l’abbaio del bassotto fu di nuovo vicino. Un ciliegio secolare stava lì, nel bel mezzo del bosco, lasciando scorgere David il Corvo Alchimista seduto su un ramo dell’albero a pochi passi di distanza.
Quando vide OGM e Cherubino, David il Corvo Alchimista si mise soltanto a gracchiare, continuando nel frattempo a mescolare e travasare le sue magiche ampolle.
«Salve, viandanti!» disse David il Corvo Alchimista «Siete dunque giunti al crocevia dei vostri destini!».
OGM e Cherubino si scambiarono uno sguardo perplesso.
«Ecco, Signor David… » cominciò a parlare OGM «Sapreste dirmi dove devo andare?» «Dipende dal luogo che vuoi raggiungere» rispose David il Corvo Alchimista.
«Devo giungere in tempo al mio appuntamento di mezzanotte» riprese OGM per spiegarsi meglio. «Ohhh… certo che ci arriverai!» disse David il Corvo Alchimista «ti basta camminare». Cherubino sentì che poteva tentare con un’altra domanda: «Ma come possiamo fare? Ares il Corso Condottiero, principe dei cani corso e guardiano dei confini di Cosmogonic Lake, non ci lascerà passare!!!»
David il Corvo Alchimista scosse la testa, «Ah… c’è sempre un modo, se sapete dove cercare… » gracchiò creando un eco nel vento.
OGM non se ne sorprese, si stava abituando a sentire cose strane.
«Per arrivare al tuo appuntamento, devi tornare da dove sei partitə» soggiunse il corvo. Senza altre spiegazioni, David il Corvo Alchimista diede un battito d’ali e cinguettò un incantesimo antico, intrecciando i fili del tempo e dello spazio.
Così, in un colpo di vento, OGM e Cherubino si ritrovarono trasportati in un luogo completamente nuovo. «Dove siamo?» domandò OGM. «Sulla giusta via!» rispose il corvo, per poi svanire di colpo.
2° ep. / Lungo Iconic Avenue
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Lungo Iconic Avenue
OGM e Cherubino giunsero così all’inizio di Iconic Avenue o Viale delle Icone, dove furono accolti dall’insegna con la stella simbolo del viale. Dovete sapere che Iconic Avenue era la parte più antica di questo bizzarro pianeta, un viale costellato di ricordi e sentimenti che avevano preso forma in singolari edifici. Ogni edificio raccontava una storia, pronta ad essere scoperta da coloro che avessero avuto il coraggio di guardare oltre.
«Guarda OGM!» disse Cherubino «Nessuno ha ancora decifrato il significato di questi simboli, ma credo che ci aiuteranno a comprendere il senso del nostro viaggio».
Ombra di Luna, un’oscura sfumatura proiettata dalle tre lune che brillavano nel cielo notturno sopra Iconic Avenue, conferiva al viale un’atmosfera di mistero e magia. Così decisero di addentrarsi lungo quella strana via, guidati dalla luce soffusa dei lampioni quasi fossero stelle incantate, osservando con curiosità tutto ciò che li circondava.
La Banca Diamante, con le sue mura scintillanti, custodiva gli Eternity, tesori a forma di diamante in alluminio riciclato che giacevano nascosti sotto terra, pronti ad essere trovati da coloro che avessero avuto occhi attenti e cuore coraggioso. Zampino Ferro del Destino, un grande ferro di cavallo, sospeso come un amuleto sopra un portone, indicava la strada da seguire per attirare fortuna e prosperità; mentre il Bang Bang di due pistole che si scontravano nell’Arena di Iconic Avenue a colpi di getti d’acqua, rimbombava per tutta la via.
Un paio di enormi occhiali, su un cartellone pubblicitario, recavano la scritta “4Occhi lo Sguardo… per vedere oltre“. OGM lo osservò attentamente: «Chissà… sarà un modo per dirci di guardare il mondo con uno sguardo più profondo e attento?» si chiese tra sé e sé; «Mah… proprio non saprei» si rispose. All’improvviso, da dietro il cartellone, apparve il Visionario di Iconic Avenue, uno scienziato capace di modificare lo spazio ed il tempo. Questi si diresse di corsa verso OGM e Cherubino, ripetendo in continuazione «Trova l’Oracolo! Trova l’Oracolo!»… così i due scapparono spaventati.
Alla fine di Iconic Avenue, dirimpetto ad un palazzo, trovarono un piccolo tavolino apparecchiato. Stavano seduti a prendere il tè un teschio dagli occhi a quadrifoglio ed uno strano personaggio dagli enormi baffi che somigliava particolarmente ad OGM: erano Catrina l’Oracolo e Mr Hipster.
«Finalmente siete arrivati!» esclamò Catrina l’Oracolo con una risata sorniona, lanciando dei dadi sulla mensa. Aveva un aspetto stravagante e indossava un buffo copricapo. Catrina l’Oracolo osservò OGM per qualche istante con molta curiosità. «Volete un po’ di tè?» chiese Mr Hipster affabilmente. OGM e Cherubino osservarono il tavolo e videro che non c’era posto per loro. «Ma non c’è posto a sedere per noi» osservò Cherubino. «No, non c’è!» replicò Mr Hipster « …tanto meglio, più tè per noi».
Catrina l’Oracolo spalancò gli occhi a quadrifoglio e sbuffò annoiata «Uff… per trovare la tua via… devi seguire il cuore… il Cuore dei Cuori» e scaraventò di nuovo i dadi sul tavolino. E aggiunse «Serve sempre il cuore nelle cose che fai!». Mr Hipster prese una chiave dalla sua tasca e la guardò malinconicamente, poi la tuffò nella sua tazza di tè e mescolò. Osservò OGM di nuovo ripetendo le parole di Catrina l’Oracolo «Serve sempre il cuore… il Cuore dei Cuori». OGM, che lo stava guardando con i suoi grandi occhi tondi, chiese: «Che strano Mr Hipster, perché mescola il tè con una chiave?».
«Perché?! Perchèèè?!!» esclamò Mr Hipster, «Perché serve sempre un perché? Perché mi va di fare così e basta!».
OGM sospirò con aria seccata, e disse rivolgendosi al suo amico «Credo che dovremmo fare qualche cosa di meglio che perdere tempo qui, andiamo Cherubino!».
Catrina l’Oracolo scosse mestamente la testa e ribatté dopo uno sbadiglio «Ahi ahi ahi!!!».
OGM e Catrina l’Oracolo si guardarono a vicenda per qualche tempo in silenzio. Poi finalmente Catrina l’Oracolo staccò la tazzina di tè dalla bocca, e parlò con voce sonnacchiosa «Che cosa vai dicendo? Di tempo per andare al tuo appuntamento ne hai!».
OGM si irritò un po’ per quella brusca osservazione, chiedendosi come facesse Catrina l’Oracolo a sapere del suo appuntamento di mezzanotte, ma, ricordandosi che era l’oracolo, le rispose a tono «Perché non mi dici dove andare allora?!».
«Ma io già te l’ho detto» disse Catrina l’Oracolo.
Per qualche altro istante Catrina l’Oracolo e Mr Hipster bevvero in silenzio, poi si tolsero le tazzine di bocca ed esclamarono «La Chiave di Cuori è ciò di cui hai bisogno per passare da qui a là». OGM e Cherubino erano in grande confusione. Le parole di quei due non sembravano avere alcun senso. Mr Hipster indicò con la chiave OGM e gliela gettò tra le mani: «Eccola, tieni!».
Poi, come se nulla fosse successo, Catrina l’Oracolo e Mr Hipster tornarono a bere dalle loro tazzine ignorando la presenza di OGM e Cherubino, che nel frattempo se ne erano andati. L’ultima volta che si voltarono li videro lanciare i dadi nel tè.
3° ep. / Una porta per Garden Park
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Una porta per Garden Park
OGM e Cherubino non si erano allontanati di molto, che una grande porta si stagliava in mezzo alla strada, bloccando loro il passaggio. Per un po’ si misero a fissare quella strana porta chiedendosi che cosa ci facesse lì in mezzo alla via. «Questo posto è sempre più strano!» esclamò OGM. «Oh poveri noi! Come faremo mai a proseguire?» aggiunse. In quel momento un’idea si accese nella testa di OGM.
«Oh! E se usassimo la Chiave di Cuori?» domandò al suo fedele compagno.
Cherubino rispose con un abbaio di assenso.
Così, detto fatto, OGM infilò la piccola chiave nella serratura e girò la maniglia.
Fecero per attraversare l’uscio e… puffete!!! OGM e Cherubino affondarono fin sopra la testa nell’acqua marina. Fu proprio in quel momento che una bolla d’aria venne a crearsi attorno ai due permettendo loro così di proseguire il cammino.
Ma quando arrivarono nel punto dove avrebbero dovuto trovare il Cuore dei Cuori, non vi era nulla di più del fondale marino. Anzi, guardando meglio, qualche altra cosa c’era: la scintillante Corona del Sole.
«Questa è la corona della sovrana! La Corona del Sole che appartiene alla Regina di Parco Giardino ovvero Garden Park!» esclamò Cherubino tutto d’un fiato «È stata lei a prendere il Cuore dei Cuori!».
«Allora non ci resta che andare a riprenderlo… » disse sospirando OGM.
E camminando sul fondale marino protetti dalla bolla, fecero ritorno alla porta.
Questa volta, però, la porta li condusse di filato ad un vasto giardino, dove un grande arbusto a forma di Corona del Sole stava dirimpetto all’ingresso. Un luogo avvolto da un’atmosfera di mistero e malizia.
«La porta ci ha condotti a Garden Park!» disse Cherubino « …e questo è il giardino della Regina di Garden Park!»
Dovete sapere che la suddetta sovrana regnava su Garden Park collezionando tutti gli elementi del cosmo e intrappolando le piante e gli animali più rari e antichi nel suo giardino, per soddisfare la sua brama di potere. E come se non bastasse, aveva preso il Cuore dei Cuori, l’elemento vitale del pianeta, per farlo suo.
OGM e Cherubino si addentrarono così tra le siepi intricate e i sentieri tortuosi di quell’immenso giardino.
«Questo giardino, a guardarlo meglio, pare più un labirinto» disse fra sé e sé OGM. Proseguendo per la via, OGM si guardò intorno tra i fiori e i fili d’erba, ma non poté veder nulla che somigliasse ad un cuore. Notò con sorpresa che il giardino era popolato da molte specie di animali, buffi e con gli occhioni che sembravano scrutare il passaggio di OGM e Cherubino. «Poveretti davvero questi animaletti intrappolati quì» osservò con tristezza Cherubino.
Trovarono piante e fiori rari che crescevano sotto delle campane di vetro, come gioielli custoditi gelosamente. Questi rappresentavano gli elementi del cosmo, radici intrecciate con i fili del pianeta stesso e foglie lucenti come stelle cadenti. Alcuni fiori, alti e maestosi, ondeggiavano leggermente al ritmo della brezza, le loro corolle splendenti sotto il sole. Poterono ammirare innumerevoli diversità: un Bollarbusto, un Fiore Ventaglio, una Mezzaluna in Fiore, e tanti altri, insomma una natura diversa.
OGM notò un grosso cespuglio che aveva pressa poco la sua altezza. Dopo che l’ebbe esaminato, si alzò in punta di piedi e si affacciò per vedere cosa ci fosse dietro. I suoi occhi si incontrarono con quelli di un grosso cinghiale, che se ne stava seduto all’ombra del cespuglio, non facendo la minima attenzione né a loro, né ad altro.
Poi il cinghiale guardò OGM per qualche tempo in silenzio; finalmente si alzò da terra e, tirando uno sbadiglio, parlò con voce sonnacchiosa: «Chi sei tu?». «Io sono io, OGM, è l’unica cosa che so per certo. E mi devo affrettare per il mio appuntamento di mezzanotte. Ma prima devo trovare la Regina di Garden Park!» rispose OGM.
«Che cosa mi vai raccontando?» disse infastidito il cinghiale.
OGM pensò che poteva aspettare, perché forse il cinghiale avrebbe potuto dire qualcosa di importante. Così si lanciò in un meticoloso racconto del viaggio fatto sino a lì.
«Mmh… affatto bene» soggiunse il cinghiale.
Cherubino si sentiva un po’ irritato dalle brusche osservazioni del cinghiale, e replicò con gravità «Perché allora non ci dici tu chi sei?!».
«Mmh…» il cinghiale pareva di cattivo umore, «il Cinghiale Bianco mi chiamano, e perciò sono.»
Dopo qualche minuto di silenzio, riparlò: «Mmh… ho qualche cosa di importante da dirvi… » fece due o tre sbadigli, poi riprese pronunciando soltanto queste parole « …per avere il Cuore dei Cuori dovete portare la Corona del Sole alla sovrana, la Regina di Garden Park. Lei non può dormire senza quella corona!» e subito si rimise a russare.
Qualche tempo di cammino dopo, OGM e Cherubino giunsero alla residenza della sovrana, la Regina di Garden Park. Si trovarono di rimpetto ad una maestosa dimora, con torri che si stagliavano contro il cielo. Superato il ponte levatoio che attraversava una cinta d’acqua, spinsero il portone a battenti ed entrarono.
La Regina di Garden Park sedeva in mezzo alla stanza principale sprofondata su di un grande trono. In fianco a lei in piedi stava il Principe di Garden Park, che era ancora Principe Consorte perché da moltissimo tempo aspettava invano la nomina di Re, mentre uno scalino più in basso era sdraiata la dama di compagnia della sovrana, Wit la Donnola.
«Cosa è questa audacia?» tuonò la Regina di Garden Park, battendo un piede con impazienza: «Chi osa disturbare la mia corte?».
OGM e Cherubino non poterono fare altro che inchinarsi con rispetto.
Dopo averli scrutati attentamente per qualche istante, il volto della Regina di Garden Park si fece più luminoso.
«Bene, finalmente siete arrivati! Vi stavo aspettando!» gridò la sovrana. «Fate allora un giro nel mio splendido giardino!» ordinò. «Abbiamo già ammirato il vostro giardino oh illustre sovrana Regina di Garden Park» abbaiò in risposta Cherubino. «Venite qui dunque!» ordinò di nuovo la Regina di Garden Park. «Se non è per vedere il mio giardino, che cosa volete?!» chiese accompagnando la domanda con sguardo scrutatore.
OGM aveva notato che la Regina di Garden Park non si era minimamente accorta della mancanza della sua corona.
«Sovrana» disse OGM facendo un passetto avanti «siamo qui per farle una proposta». Wit la Donnola alzò un sopracciglio da sotto gli occhiali, incuriosita. «Parla, allora!» disse con voce tagliente colei che regnava su Garden Park.
OGM si fece coraggio: «Vi restituiremo la vostra corona, detta Corona del Sole, a patto di ricevere in cambio il Cuore dei Cuori!» disse, mostrando la corona. «Inoltre, se accetterete, dovrete liberare tutti gli animali, le piante e i fiori che tenete prigionieri nel vostro giardino!» aggiunse OGM.
Il volto della Regina di Garden Park si fece paonazzo: «E perché dovrei accettare una tale proposta?!» chiese con un sorriso furente e malizioso.
Ad OGM non piaceva essere a pochi centimetri dalla Regina di Garden Park, era così perfida e furba da far venire la pelle come quella di un’oca. “Non ci penso proprio a lasciarla vincere, nemmeno per buona educazione… ” pensò fra sé e sé OGM per farsi coraggio. «Perché se non accettate, getteremo la Corona del Sole nel null’altro e per voi sarà impossibile ritrovarla!» esclamò OGM tutto d’un fiato.
La Regina di Garden Park rabbrividì, mentre Wit la Donnola conficcò i suoi artigli aguzzi nel terreno. «Va bene!» disse infine la sovrana accettando l’offerta, «Avrai il Cuore dei Cuori e tutti gli animali, le piante e i fiori saranno liberati».
Con un gesto regale fece un cenno alla sua dama di compagnia e Wit la Donnola ordinò di liberare tutti gli animali e gli altri esseri prigionieri, e di portare il Cuore dei Cuori ad OGM. Dopodiché OGM consegnò la Corona del Sole alla Regina di Garden Park, che se la rimise in testa.
Mentre tutti gli animali fuggivano verso la libertà, e i fiori e le piante respiravano un’aria nuova, OGM e Cherubino sentirono un senso di soddisfazione misto a felicità riempire i loro cuori: «Eh sì» parlò OGM «Aveva proprio ragione Catrina l’Oracolo: “Serve sempre il cuore in quello che fai”».
A quel punto, con gran sorpresa di OGM e Cherubino, una voce familiare andava crescendo da lontano dietro a loro e si fece più chiara quando apparve il Cinghiale Bianco.
«Mmh… lo scambio è andato a buon fine» disse il Cinghiale Bianco, appena ebbe finito di sbadigliare.
OGM fece un cenno con il capo nell’attesa che il Cinghiale Bianco dicesse dell’altro. «Mmh… poco m’importa di dove devi andare, se la strada vai cercando… » soggiunse il Cinghiale Bianco. «Ma non son di certo scortese. Ci hai liberati e pertanto ti aiuterò quel tanto che basta a sdebitarmi» aggiunse. «Purché io giunga al mio appuntamento di mezzanotte!» rispose OGM. «Oh, vi giungerai di certo, come certo è il mio nome!!!» disse il Cinghiale Bianco. «Non avete che da seguirmi da quella parte e poi dall ‘ altra… Insomma alla fine dovete dirigervi a Selfie City».
OGM si sentiva sempre più stranə in quel pianeta: «Ma che personaggi bizzarri ci sono in questi dintorni?» si domandò.
ll Cinghiale Bianco li condusse alla riva dell’isola di Garden Park, dove nell’acqua scorsero un grande guscio di noce che stava rovesciato all’ingiù, sotto sopra, semi-nascosto tra le onde del mare. Era un’immagine senza senso, ma OGM sapeva che in quel pianeta nulla era come sembrava.
Con un gesto della zampa, il Cinghiale Bianco pronunciò una formula magica che ad OGM parve suonare come una canzone… O forse era emozione? Chissà…
Ad ascoltarla meglio, la formula magica recitava così:
“Mare mare mare, non voglio volare,
ma sulla sabbia fa un caldo tropicaleeeee…
Quando l ‘ aria delle cose diventa irreale,
o mare mare mare, a SELFIE CITY voglio andareeeee…
Via via via da queste sponde,
Portami lontano sulle ondeeeee!”
Il grande guscio di noce cominciò a vibrare, prima di rovesciarsi improvvisamente da sotto la superficie dell’acqua. OGM e Cherubino videro con stupore che era un veliero: il mitico Veliero Barca Noce, che si credeva scomparso nel nulla. Il timoniere si rivelò essere il leggendario Pirata in Erba, una pianta pirata con un aspetto davvero bizzarro e una benda a forma di cuore su un occhio. Era un pirata davvero fuori dai gangheri che aveva solcato tutti i mari conosciuti e sconosciuti.
«Benvenuti a bordo, miei prodi!» urlò con voce profonda e roca «Siamo pronti per salpare verso Selfie City!!! Sempre e comunque oltre l’orizzonte!!!»
«La ringraziamo Cinghiale Bianco… » disse Cherubino colmo di gratitudine. «Mmh… » disse il Cinghiale Bianco, e questa volta si mise a dormire profondamente.
E così, con le vele spiegate e il vento che soffiava, OGM e Cherubino, a bordo del Veliero Barca Noce, salparono verso Selfie City.
4° ep. / Attraverso Tropical Mirror
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Attraverso Tropical Mirror
OGM e Cherubino veleggiarono attraverso la vasta distesa del mare, guidati dal leggendario Pirata in Erba, a bordo del mitico Veliero Barca Noce. Il cielo sopra di loro era di un azzurro così profondo che sembrava dipinto, punteggiato qua e là da nuvole candide che assumevano forme stravaganti: una pareva assomigliare ad un fiore, quell ’ altra ad una teiera, un’altra ancora ricordava la forma dei baffi di Mr Hipster. Videro anche qualche bizzarra bestiola sguazzare nell’acqua salsa, uscire e fare qualche piroetta, per poi tornare in acqua con un sonoro splash.
Dopo qualche tempo, in lontananza, parve a Cherubino di vedere la costa di Selfie City. Ed era proprio vero! Erano finalmente giunti a destinazione.
La nave si avvicinò alla battigia, dove la sabbia dorata e delle conchiglie colorate creavano un tappeto tinto dei colori dell’arcobaleno… chi poteva sapere se in fondo alla spiaggia avrebbero trovato un folletto! Chissà.
L’adunanza che si raccolse sulla riva era davvero singolare: delle strane ranocchie, che grondavano acqua, indossavano una cintura colorata in vita, un ampio cappello di paglia e portavano una spada affilata sulla schiena, ma soprattutto sembravano tutte avere lo stesso sguardi di OGM. “Figurano proprio come dei guerrieri in miniatura” pensò OGM, “e come mi somigliano!” aggiunse.
Giunti dunque sulla terra ferma, la prima cosa che fecero fu naturalmente ringraziare e salutare il leggendario Pirata in Erba, che se ne tornò bellamente sul suo Veliero Barca Noce saltellando sul gambo verde, e riprese la rotta per Laggiù.
Poi, la più robusta fra le ranocchie, Froggy si chiamava, che sembrava godere di una certa autorità fra tutte loro, parlò: «Si avvicinino, lor viaggiatori, e mi prestino ascolto.»
OGM e Cherubino si avvicinarono di un passetto o poco più, e anche tutte le altre ranocchie. OGM tirò l’orecchio che non aveva con una certa ansia, mentre Cherubino si era messo a parlar familiarmente con le rane, come se le conoscesse da un secolo.
«Gra gra!» disse Froggy la ranocchia con voce stridula, proseguendo «La domanda che vi pongo è sufficientemente indubbia, pare a me! Dove è che siete diretti per dunque?»
«Ci occorre di andare lesti a Selfie City» rispose in fretta OGM.
«Gra gra!» soggiunse Froggy annuendo con cipiglio di assenso, e con molta cortesia spalancò il braccio sinistro aprendo la via «Allora di qua dovete passare, attraverso lo Specchio Tropicale, ovvero la selvaggia foresta di Tropical Mirror». «È la foresta tropicale che protegge la città!» si intromise stridendo un’altra ranocchia.
«Gra gra… Gra gra…» continuò senza darle bado «Non è un’impresa tanto comoda, mi soggiunge di dirvi. La magica foresta di Tropical Mirror riflette le vostre paure, ma anche il vostro coraggio e le vostre abilità, trasformandole in altrettante creature… Di più non posso dirvi. Ma, ahimè, è l’unica via per di là in fondo.»
Indicò loro una direzione con la sua piccola spada, poi li salutò con garbo e tutte le ranocchie se ne tornarono stagnanti a bearsi della frescura dell’acqua.
OGM e Cherubino si addentrarono così attraverso il folto della foresta tropicale. I fiori e i fili d’erba ondeggiavano, quasi come intenti a seguire i passi di una musica invisibile. Proseguendo lungo la via, notarono una scena curiosa in lontananza. Un gruppo di koala sedeva attorno al tronco di un albero mozzato, lavorando a maglia le foglie di bambù e conversando del meteo con raffinati accenti. Poco più in là, un gorilla stava dipingendo il ritratto di una banana, su di un enorme sasso, con un’espressione in viso tra il serio e il faceto. Accanto a lui, danzava un procione con una foglia in testa e suonava una melodia allegra su di un violino immaginario. Incredibilmente, tutti a Tropical Mirror sembravano avere lo stesso sguardo di OGM… “È talmente assurdo che sembra di esser tornati a prendere il tè con l’Oracolo Catrina l’Oracolo” pensò con un sorriso divertito OGM.
Cherubino, che era sempre vigile, si accostò ad un cagnolino che passeggiava con la lingua a penzoloni vicino a loro. «Buongiorno, Signor Cane» gli disse con garbo «siamo sulla retta via per Selfie City?».
Il cane, che aveva l’aria di sapere molte cose, alzò entrambi i sopraccigli e riavvolse la lingua come una rotella: «Sicuramente so di sì. Come so che mi chiamo Lino Campestrino, e che dovreste prestare attenzione più avanti. Ma non vi dirò da chi. Dovresti sapere, compare canino, che nemmeno il cane muove la coda a vuoto!».
Poi srotolò nuovamente la lingua e proseguì la sua allegra passeggiata.
OGM e Cherubino si guardarono con sguardo allarmato.
«Non può essere altri che Leoking… Il grande leone di Tropical Mirror!» esclamò convinto Cherubino, annusando l’aria in cerca di pericolo.
Per un po’ si misero a guardarsi intorno, cercando con occhi attenti il leone. Alla fine, lo scorsero che ne stava sdraiato in panciolle sotto un albero, occupato a sonnecchiare pigramente e a prendere il sole per abbronzare la criniera, senza mostrare il benché minimo interesse verso qualsivoglia creatura.
«Perbacco, me ne sarò stato troppo affrettato di giudizio… » mormorò Cherubino perplesso e amareggiato.
Così proseguirono la marcia e si sentirono sollevati quando videro che non vi era alcun pericolo ad attenderli. “Forse quel cane aveva perso il senno dalla lingua” si disse tra sé e sé OGM.
«Se si sapesse che cosa vi portate addietro… hi hi hi» disse soffiando una voce in lontananza. Quando sussultarono di paura, scorsero un gatto, che saltava da un ramo di albero all’altro ed era invece a pochi passi di distanza. Gli occhi gli brillavano di malizia e il felino si limitò a soffiare e ghignare quando incrociò i loro occhi. Aveva lo sguardo che puntava dritto dritto al Cuore dei Cuori.
«Eccolo! È lui il pericolo! È Ladro Lestogatto il Gatto Ladro!!!» gridò Cherubino con paura. OGM doveva assolutamente proteggere il suo tesoro, non poteva permettersi di perderlo o sentiva che non sarebbe più arrivato al suo appuntamento di mezzanotte. E come avrebbe fatto allora?
«Da questa parte!!! Forza, dallo a me… » disse Ladro Lestogatto il Gatto Ladro, facendo un cenno con la zampa destra, mentre si avvicinava saltellando sghignazzante.
Proprio quando credevano di essere ormai perduti, un poderoso rinoceronte sbucò fuori dall’erba, come fanno i funghi quando il tempo è uggioso.
«Salite in groppa, presto!!!» grugnì il rinoceronte con voce profonda e autoritaria.
OGM e Cherubino non persero tempo in titubanze. Prontamente saltarono sulla schiena del rinoceronte. Ladro Lestogatto il Gatto Ladro, furioso com’era, aveva però paura di quella bestia possente e, con un ultimo ghigno, sparì tra le fronde, lasciando solamente l’eco delle sue risa.
Il paesaggio scorreva veloce come un treno davanti ai loro occhi, mentre il rinoceronte, che si chiamava Korny Rhino, galoppava a tutta forza. OGM e Cherubino intanto si adoperavano per rimanere in equilibrio e non cadere per terra.
In poco tempo attraversarono la foresta di Tropical Mirror e arrivarono così ai margini di Selfie City.
«All’ingresso» suggerì loro Korny Rhino il rinoceronte in un mormorio «dite che dovete essere ricevuti da Sir Bobó. Ed ecco che entrerete in men che non si dica… ».
OGM e Cherubino annuirono, grati per l ’ aiuto ricevuto. «Grazie, gentile rinoceronte. Il tuo aiuto non andrà scordato. Arrivederci Korny Rhino!» dissero salutandolo.
Il rinoceronte fece un cenno di cortesia con la testa e si allontanò con passo possente, sparendo rapidamente tra l’erba alta di Tropical Mirror.
5° ep. / Magia a Selfie City
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Magia a Selfie City
OGM e Cherubino per un po’ si misero ad osservare i ponti all’ingresso di Selfie City, e non sapevano che fare, quando ecco che videro un curioso personaggio che faceva da guardia. O almeno lo presero per una guardia, perché se ne stava impietrito davanti al ponte principale all’ingresso della città, ergendosi su di una torretta e bloccando loro il passaggio: il suo nome era Mrs Liberty.
Mrs Liberty li guardò avvicinarsi con sospetto, aveva un braccio conserte, mentre con l’altro reggeva una strana fiaccola: «Dovete entrare?» chiese loro. «Principalmente si tratta di questo» risposero.
«Signora o Signor Mrs Liberty, come che sia, noi siamo fraterni amici di Sir Bobó, e dovremmo raggiungerlo perché ci riceva» rispose prontamente OGM.
Non appena queste parole uscirono dalla bocca di OGM, il cielo sopra di loro si fece di un azzurro più chiaro, poi di un blu più intenso, e una figura discese come se stesso percorrendo una scalinata che non c’era. Indossava una livrea elegante, un cappello a bombetta e portava un ombrello aperto, quasi fosse un paracadute.
“Che cosa insolita” pensò OGM fra sè e sè “pure questi due qui mi assomigliano parecchio”. L’omino atterrò leggiadro davanti a loro e fece un profondo inchino richiudendo l’ombrello. «Ossequi ai miei vecchi e nuovi amici, da Sir Bobó» disse accompagnando la frase con un largo sorriso. «Sono gioioso di vedervi. Vi prego di seguirmi… a Selfie City… ».
Attraversarono il principale ponte in pietra sospeso sopra un fiume, il Ponte di Riobasso, che li condusse di filato a Selfie City.
OGM e Cherubino avevano la bocca spalancata dall’incanto. I palazzi erano bizzarri e bellissimi, costruiti con moltitudini di materiali scintillanti che si ergevano in forme impossibili, e si intrecciavano su una rete di canali e rivoli d’acqua dai mille riflessi creando un’atmosfera da sogno.
«Certo che son tutti uguali a me in questa città… eppure son diversi… tutti uguali e diversi da me» disse ancora OGM a sé stesso con stupore.
Non potendo frenare la curiosità, si guardò ansiosamente intorno. Le personcine che osservò lungo il ponte successivo erano proprio insolite. Figurarsi, c’era Henri il Doganiere, un impiegato della dogana che portava un basco inclinato sulla testa alla maniera dei pittori, e dipingeva baffi a chi sonnecchiava. Da un angolo si udiva Mr Pancho che strimpellava una chitarra, vestito con un sombrero scintillante. Proseguendo, videro un personaggio ancor più stravagante, il Principe Gheriglio: era piccolo piccolo, ma camminava con passo deciso e marciante, come a dirigere delle truppe invisibili. Ogni tanto si fermava e dava ordini al vento, gesticolando con la spada e proclamando decreti come “da domani i fiori dovranno sbocciare solo dalle tre all ’ ora del tè”, rivolgendosi verso Dr Glasses, uno strano personaggio dagli enormi occhiali. Si imbatterono lungo il cammino in Little Dante, un poeta che declamava versi in una lingua sconosciuta e portava una corona di foglie verdi, bianche e rosse.
Mentre accadeva tutto questo e guardavano la città, una domanda balenò nella mente di OGM, che si arrischiò di chiedere: «Perché dobbiamo venirti appresso? Chi sei tu?».
«Io sono Sir Bobó e già ve l’ho detto carissimi e carissime… » rispose austeramente Sir Bobó. «Tu invece chi sei?» aggiunse poi rivolto ad OGM. «Temo di non poterle rispondere chiaramente, Sir Bobó» disse OGM in maniera assai gentile «Perché dopo esser stato in così tanti posti in un giorno, non capisco più nulla».
«Che cosa vai contando???» disse Sir Bobó.
«Temo di non sapermi spiegare… » replicò OGM «Ma perché dobbiamo venirle appresso?». «Perché? Perché??!!!» chiese offeso Sir Bobó, «Perché l’oca non è un tacchino. E perché oggi non è domani, ma sarà ieri, anche se è stato domani un giorno addietro.»
Era una risposta sconveniente. OGM non seppe che altro dire. Sir Bobó pareva di cattivo umore adesso e perciò OGM non domandò altro.
Ad un tratto si fermò e con ampio gesto del braccio indicò un omino che si avvicinava lentamente.
«Perché… perché ora c’è il Detective S.J.» disse Sir Bobó con un sorriso «Ecco il perché.»
Il Detective S.J. era un ometto che se ne stava seduto al centro della strada, con le braccia conserte, fumando tranquillamente una lunga pipa che emetteva piccole esplosioni di fumo profumato.
«Un piacere ad incontrarvi… » disse non prestando attenzione a nessuno.
Prima che OGM potesse rispondere, Sir Bobó aprì il suo ombrelletto, «Il mio lavoro qui è giunto a conclusione» disse iniziando a sollevarsi lentamente verso il cielo « …il perché definitivo vi attende! Addio, carə amicə, e buona fortunaaaaa!!!». Con un ultimo cenno, scomparve tra le nuvole, lasciando OGM e Cherubino nelle mani del Detective S.J.
Il Detective S.J. ed OGM si guardarono a vicenda per qualche tempo in silenzio; finalmente il Detective S.J. stacco la pipa di bocca, e parlò con voce bassa e misteriosa.
«Seguite me… » disse « …a teatro!!!»
Quando raggiunsero il teatro, era ormai sceso il buio. Giunti sul posto, si misero a guardare il Teatro del Mondo di Selfie City. Era un edificio quadrato e alto, notarono OGM e Cherubino, ma sembrava quasi fluttuare, come se potesse spostarsi a piacimento su una zattera. Oggi era lì, ma domani chissà.
Quando entrarono, furono avvolti dall’oscurità, da un buio profondo, come se si fosse spento il mondo.
Poi, improvvisamente, le luci si accesero su di un palco rotondo con danzatori che si muovevano in cerchio, e parevano una trottola che girava. Era un balletto, si chiamava “I provinciali dell’Orsa Minore“, o così era capitato di leggere ad OGM su di un foglietto svolazzante. Per qualche istante il Detective S.J. fumò in silenzio, poi sciolse le braccia, si tolse la pipa di bocca di nuovo e disse «Il corpo di ballo triadico… meraviglioso… », poi sbadigliò e tornò a fumare.
OGM e Cherubino guardarono affascinati, i loro occhi seguivano i ballerini che sembravano galleggiare nell’aria. Al centro del palco, una figura si distinse: Tortina di Cuori Ballerina. Il suo costume era un capolavoro di pizzi e stoffe rosse, ed aveva la sagoma di un cuore da riempire sul petto. La performance danzante giunse a conclusione, poi Tortina di Cuori Ballerina si avvicinò a loro con un dolce sorriso in volto. «Mi è giunto alle orecchie che avete un problema di cuore… » disse con voce melensa. Li osservava con occhi grandi grandi, che li faceva sentire piccoli piccoli. OGM e Cherubino annuirono come fossero un unico essere.
Poi aggiunse guardando OGM: «Questa è la notte più profonda del tuo cuore… » e allungò una manina come quella di una fata. «Mostrami il tuo cuore e ti aiuterò a trovare la tua anima» concluse in dolce tono. OGM esitò solo per un momento, poi con un gesto estrasse il Cuore dei Cuori e lo mise nelle mani delicate di Tortina di Cuori Ballerina.
Lei si portò il Cuore dei Cuori al petto, sul suo cuore da riempire; in quel momento un bagliore intenso inondò la stanza e tutto parve rallentare. Improvvisamente, il pavimento sotto i loro piedi tremò e si aprì, rivelando un vortice scintillante che sembrava estendersi all’infinito. OGM e Cherubino sentirono una forza invisibile trascinarli verso il basso, mentre il Teatro del Mondo scompariva intorno a loro.
Si ritrovarono in un universo di galassie, un luogo che sembrava fatto di stelle e lucine come lampadine. Le Porte di Sirio si aprivano sotto i loro piedi, verso la Via Lattea.
Tortina di Cuori Ballerina riprese a parlare: «Dolce OGM… sei arrivatə puntuale al tuo appuntamento di mezzanotte, portandomi il tuo cuore… » e si allargò in un abbraccio verso OGM e Cherubino. Poi proseguì: «Io rappresento lo Spirito di questo Pianeta, che avete salvato mostrando amore per tutti gli esseri che lo popolano. Per questa ragione dalla mezzanotte di oggi questo pianeta si chiamerà OGM PLANeT!!!».
Quando terminò di pronunciare queste parole e sciolse l’abbraccio e due caschi spaziali apparvero intorno alle teste di OGM e Cherubino. Poi Tortina di Cuori Ballerina, ovvero lo Spirito di OGM PLANeT, sorrise, e disse dolcemente: «L’universo ora vi attende, per conoscere ed amare nuovi mondi… » e, oltrepassando le Porte di Sirio, accompagnò i due verso la Via Lattea.
Cominciò così il viaggio di OGM e Cherubino nelle galassie del cosmo. Chissà dove andarono a finire quella volta… ma questa è un’altra storia da raccontare…